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Intervista a Aldo Sodoma

Intervista a Aldo Sodoma

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Q: Ciao Aldo, come sai questa è una rubrica dedicata all’arte, che cosa rappresenta per te l’arte e come influenza la tua vita?
A: L’arte nelle sue varie forme classiche: pittura scultura scrittura e musica é sempre stata presente nella mia vita nella mia casa.
Attraverso libri viaggi e mostre di stampo tradizionale l’ho respirata sempre, finchè la mia scelta è caduta sull’espressione più vicina al mio tempo.
Immagino quindi che rivolgendoti a me per arte tu intenda fotografia.
Ti chiedo io Marta: riesci a pensare un mondo senza immagini? Senza fotografie che ci attraggano? Nei libri nei giornali, sugli autobus sui muri nelle riviste ferme o in movimento.
Un mondo senza le fotografie incorniciate nelle nostre case, ben sistemate nei cassetti dei ricordi, e poi il movimento dentro la tv nei computer nel cinema?
Esse irrompono nella nostra vita: siamo circondati accerchiati, talvolta oppressi dalla loro persistenza, ma certo affascinati dalla loro forza comunicativa e incantati dalla capacità di attirarci dentro un’altra realtà che intende svelarci segreti di volti, atteggiamenti luoghi, luci e forme.
La Fotografia registra gioie inquetudini emozioni stupori ma di qualsiasi fotografia, in bianco e nero o a colori, piccola o grande, recente o remota, di qualsiasi fattura, non é mai realtà, ma una sua “interpretazione”, frutto di personali riflessioni, di scelte.
Quindi la vita di tutti é influenzata dalla fotografia.
“Non mi interessa la fotografia, ma la vita” questa citazione di Henry Cartier Bresson l’ho fatta mia.
Ieri ed oggi ho scelto per esprimere i miei pensieri l’arte fotografica, un giorno, forse, cambierò arte. Questo per dire che il come esprimiamo noi stessi non é importante, ciò che conta é il percorso del ns pensiero della ns esperienza: dalla testa attraverso il cuore al braccio fino alla mano che é l’arte.

Q: Hai degli hobby artistici che ci vuoi raccontare?
A: Non capisco la domanda. Il mio hobby é la mia passione, la mia passione é esprimere le mie esperienze e le mie riflessioni attraverso la fotografia.
Il poco tempo che avanza per la vita per la mia famiglia e per la mia passione sportiva: il rugby.

Q: Cosa più ti emoziona?
A: Le piccole cose…l’emozione di ogni prima volta. Io sono molto emotivo, per questo cerco sempre di ricreare una “prima volta”. Da qualche parte ho letto che quando una piante smette di crescere comincia a morire.

Q: Ci diresti una caratteristica positiva del tuo carattere che ti ha aiutato ad arrivare dove sei arrivato e un difetto che invece ti ha frenato?
A: L’ambizione in tutte e due i casi. L’orgoglio e a volte la mia mancanza di coscienza nel lanciarmi a testa bassa in nuove sfide.

Q: Chi è Aldo nel quotidiano?
A: Un combattente come tutti in questo periodo. Mi viene in mente la canzone di Caparezza “sono un’eroe”.

Q: Raccontaci com’è la tua giornata tipo…
A: Non ho una giornata tipo, cerco di darmi delle regole e dei ritmi, ma tutto alla fine viene cadenzato dagli eventi del momento.

Q: Nei momenti di difficoltà come ti comporti?
A: Dormo! (Questa é una battuta)
Continuo a costruire e a cercare con più tenacia la crescita il cambiamento, anche se piccolo, l’innovazione. Questo sempre attraverso l’osservazione della vita e condividendo le mie difficoltà e ascoltando mia moglie. Cercando di continuare a credere nelle mie capacità.

Q: Cosa metti di te stesso nei tuoi scatti?
A: Volente o nolente la mia cultura la mia passione per la luce il desiderio di celebrare il mistero dell’anima, la voglia di proclamare la mia esistenza.
Anche nel mio lavoro commerciale cerco di esprimere un mio parere anche se nascosto tra le pieghe di un’immagine pubblicitaria.

Q: A quali nuovi progetti ti stai dedicando?
A: Insegnare ai giovani in due realtà diverse, una a Padova una a Verona. Cosa vuol dire essere un fotografo.

Q: Immagino che anche tu, come ogni artista, per raggiungere i tuoi obbiettivi hai dovuto affrontare delle difficoltà, ne ricordi una in particolare?
A: Beh, oggi ne sorrido, ma c’é stato un episodio della mia carriera fotografica che ancora ricordo in maniera spiacevole: avevo 22 anni e tutto fiero presentai la mia prima ricerca fotografica di nature morte in bianco e nero, frutto di un anno di lavoro ad un critico locale…..mi venne stroncato!! venni aggredito con la sua retorica e non ebbi la forza di reagire e controbattere. Ancora oggi giudico le sue violenti critiche alla mia ricerca ingiuste e non fondate. Per due o tre giorni sono rimasto frastornato, in realtà il mio orgoglio la mia ambizione e la mia irruenza “lo mandai a cagare” anche se solo mentalmente presentai il mio lavoro in altre situazioni più interessanti ed eccomi qua.

Q: Ci sono delle figure familiari e/o professionali che sono state determinanti nel tuo percorso di vita?
A: Si, all’interno della mia casa e un amico speciale il fotografo da cui feci l’assistente all’eta di 21 anni, con cui abbiamo realizzato dopo dei grandi progetti creativi, uno in particolare che ebbe molto successo in Italia e all’estero fino ad essere richiesto ed ospitato dall’NYU (New York University) con “Portraits in Black”.

Q: Cosa consiglieresti ai giovani che vogliono intraprendere la tua professione?
A: “Niente nasce dal caso” ma dallo studio dall’umiltà e dalla ricerca. Non ci si improvvisa fotografi.
Non si diventa scultori pittori dall’oggi al domani, perché dovrebbe essere altrimenti nella fotografia?
Gli consiglio di essere nel mondo, di andare all’estero magari tornando dopo.

Q: La vita è caratterizzata da tre settori o meglio “sfere”: amore, salute e lavoro. Ci diresti la tua situazione in ognuno di questi campi e l’ordine di importanza che hanno per te?
A: ….e come diceva Totò “pensa alla salute”…..

Q: Salutiamoci con la tua “massima”: …….
A: ????? Non ho una massima però con un po’ di ironia e con un sottofondo musicale epico, direi “credi in te stesso e combatti”.